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Svolta a Senigallia la premiazione del VI concorso di poesia "C. Vedovelli"

Tre le sezioni, sette i premiati, venti gli attestati, tantissimi i poeti partecipanti

Corsi ballo SJ 2011

Concorso di poesia C Vedovelli a SenigalliaPrima di tutto le cose belle, poi in fondo le "critiche", che poi critiche non sono, perché non si possono o meglio non si devono fare osservazioni polemiche a chi mette tutta la propria passione ed il suo tempo libero su quello in cui crede, ama ed infine realizza. Quindi solo rispetto ed ammirazione, verso tutti coloro che con la loro opera, qualunque essa sia stata, da quella manuale a quella più intellettuale, hanno partecipato alla realizzazione di questa Sesta edizione del Concorso di poesia Cesare Vedovelli.

Mi ero ripromesso di non fare nomi, invece quasi senza volerlo mi ci vedo costretto. Chiedo però scusa fin d’ora a quanti involontariamente per dimenticanza o proprio per il mio ignorare, tralascerò di nominare.
Impossibile non iniziare quindi con Oliviano Sartini, il Presidente dell’ACLI di San Silvestro, che ha tenuto a sottolineare come ogni qual volta si ricorda Cesare Vedovelli, si commuove, perché era uno della famiglia della piccola comunità di San Silvestro.

Operativa manualmente, organizzativamente, intellettualmente, ma sempre distante dalla scena principale che lascia ad altri, Anna Maria Bernardini, artefice indispensabile per la realizzazione di ogni edizione. Rubo solo una frase del saluto del Sindaco Mangialardi che calca a pennello questa figura: "… non è difficile costruire un evento, il difficile è poi proseguire…", e se siamo arrivati alla VI° edizione, qualche merito, Anna, lo avrà di certo.

Non posso dimenticare l’eloquio forbito, la malleabilità nelle varie dizioni dialettali regionali, del Presidente di giuria Antonio Maddamma, il tutto con l’ "aggravante" della sua giovane età.

A questi pilastri "Vedovelliani" non va dimenticato di aggiungere il nome di un altro celebre poeta concittadino in veste, qui, di co-presentatore di questa edizione: Mauro Marcellini.

Malgrado cerchi di passare inosservata altro personaggio di spicco di questa festa della poesia, anche lei membro della giuria, Valeria Bellagamba, curatrice letteraria nonché poetessa.

A declamare le venti opere finaliste in modo impeccabile e professionale, si sono alternate: Laura Mosconi, Elena Principetti, Maria Vittoria Chessa, Anastasia Ramazzotti.
L’accompagnamento del sottofondo musicale è stato affidato al musicista che si è autodefinito "cantante della doccia che appena svolto il lavoro lì ritornerà": da tutti conosciuto in arte semplicemente come "Baldo", ma all’anagrafe registrato, sembra, con quello di Gabriele Baldini.

Dicevo che venti sono state le poesie segnalate di cui dieci nella sezione dialetto e dieci in quella della lingua italiana.

Questi i lavori premiati, i loro autori e la motivazione:

DIALETTO

1° "RazeJelle" di Michele Micunco di Altamura (BA)
"Struggente poemetto sull’abbandono, quello più doloroso. La vita racchiusa in un giorno, non diverso dai tanti altri trascorsi "senza na stòrie" insieme, eppure il giorno che chiude una vita, il cui ricordo condensa, come su un vetro, l’alone dei sogni ancora aperti".

2° "Ucchiuzzi birbanti" di Giuseppe Bellanca di San Cataldo (CL)
"Canzonetta di infinita grazia e compostezza, densa di preziosismi fonici e stilistici, capace di soffondere in tono elegiaco i sentimenti già lievi, ora gravi, di una innocenza strappata".

3° "Fiùm ch’avònta" di Daniela Gregorini di Fano (PU)
"Poesia dal ritmo di una canzone popolare, come popolare è la saggezza che vi è racchiusa e la sferza della denuncia, fatta della stessa corda del fiume umanamente offeso".

LINGUA ITALIANA

1° "La porta socchiusa" di Rodolfo Vettorello di Milano
"Poeta di ispirazione classica, tradizionale nella metrica, antinovecentista nella prassi, su quella linea che da Leopardi e Saba conduce a Sbarbaro, Rodolfo Vettorello, con la "porta socchiusa", ci ha offerto un miracolo raro di bellezza".

2° "Visioni a Istambul" di Giacomo Giannone di Torino
"Elegante poesia di fascinazione orientale, pienamente simbolista, nella quale astrazione e metafora sconfinano arditamente nell’allegoria".

3° "Su un unico binario" di Letizia Greganti di Marina di Montemarciano (AN)
"Se la vita ha compagni di strada, compagni non ha, di strada, il pensiero: "…è un treno che va / entro e oltre il mondo / avanti, indietro solitario / su un unico binario / senza scambio / e un solo passeggero". Parola d’autore".

Qualcuno si chiederà: "e la sezione RAGAZZI?" Il premio quest’anno è andato ai ragazzi della scuola elementare (o primaria si dice oggi??) G. Pascoli di Senigallia. Un premio speciale a questa classe coordinata dal prof. Luciano Montesi, "per il lavoro collettivo di teoresi e prassi della poesia, felice incontro, da sempre, di genio ed arte".
Un prof. che, grazie anche all’amicizia, io continuerò a chiamare "sor maestro", che non definisco coordinatore, bensì insegnante concreto, genuino, anticonformista e anticipatore dei tempi. La sua genialità è stata quella di importare poeti adulti a scuola esportando le poesie fresche ed attuali dei suoi alunni. Il merito di questo successo va alla sua perspicacia, ma anche alla disponibilità dei poeti concittadini ormai affermati come Simone Tranquilli (in arte Quilly), Leonardo Barucca e Enrico Dignani, resisi disponibili nel tenere lezioni di poesia nella lingua "bambinesca", destando il piacere e la curiosità verso quest’arte.
Cosa facile, fino a poco tempo fa, solo per Luciano!

Ultimo nome che volevo e dovevo fare, ed ultimo non certamente per importanza, è quello di un altro amico di Vedovelli. Quello di Lorenzo Marconi, colui che fornisce i premi di alto artigianato senigagliese quale la bottega dell’Orientexpress.

E siamo giunti così alla fine…
Concorso di poesia C Vedovelli a SenigalliaDicevo non critiche, assolutamente, ma solo alcuni benevoli suggerimenti, formulati da chi forse, anche per via dell’età, rimane attaccato romanticamente alle cose passate… Ricordo con piacere, anche se scomode, le panche della ex scuola elementare, le edizioni scorse lì all’aperto sotto il cielo stellato, nelle calde serate, ma programmate alle 21, sempre più fresche di quelle organizzate al chiuso, alle 17, in una stanzetta che non riesce più a contenere il folto pubblico. Fa male vedere persone che vorrebbero entrare e non possono!

L’assessore Stefano Schiavoni, nel suo saluto, ha detto giustamente tra l’altro che "la cultura è quella che esprime il territorio, ed è su questa base che poi nasce la Cultura…". Quindi cultura del territorio, quasi come qualche cosa da custodire gelosamente per poi lievitare ed essere divulgata.
Però poi Maddamma parlando del numero delle presenze che hanno partecipato a queste edizione e che sono venute dall’Italia, ma anche dall’estero, dal nord come dal sud, è stato lapidario con il suo "casa nostra è una sola: è la poesia!".

Fa sì che ad uno venga allora da chiedersi che cosa vorrà fare da grande, se fermarsi qui o guardare avanti. Immagino che la risposta sia progredire. Ed allora ritengo che sarà opportuno rivedere alcune cose: logistica, acustica, orari, validità del premio sezione dialettale.
Ora è aperto a tutte le regioni, ma la traduzione in italiano di un dialetto, diciamocelo francamente, perde "aroma" e diviene come bere un caffè freddo e fatto con un surrogato. Quegli applausi fiacchi, carichi solo di gentilezza, sono il frutto dell’incomprensibilità dei loro contenuti. Allora non sarebbe meglio rendere obbligatoria la partecipazione e la lettura da parte degli stessi autori (almeno di quelli premiati)? o in seconda ipotesi rendere aperta la partecipazione solo a quelli regionali o delle regioni confinanti (più comprensibili)?

Comunque sia, sono queste, solo osservazioni formulate dal solito "brontolone", mentre a voi tutti, invece, vanno nuovamente i miei apprezzamenti per quanto ogni anno riuscite a fare, regalando alla città quella cultura necessaria per crescere e vivere, migliore sicuramente di quell’aria che oggi respiriamo.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Martedì 6 settembre, 2011 
alle ore 11:56
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Commenti
Ci sono 3 commenti
Laura 2011-09-06 12:32:45
sono una sola, mi inginocchio sui ceci e mi batto il petto (più del dovuto)
dopo questo solenne mea culpa, hai i soldini per venirmi a trovare?? :-)
sono sicura che il caribù ti piacerà! :-)))
enrico dignani 2011-09-07 14:44:58
premio Vedovelli
é un interessante sguardo sul vario territorio del Comune di Senigallia, sulle colline marchigiane e le comunità che le abitano, l’adattamento degli usi e costumi appare lento e in cerca di modalità dello spirito discrete e funzionali. Doverosa e benemerita credo la presenza Sindaco e l’assessore alla Cultura li dove lo spirito cerca di farsi laboratorio, occuparsi di poesia non è facile e la frazione di S. Silvestro lo fa e crea attenzione,cosa può voler di più il buon senso non saprei.Bella serata con tanti amici e belle coscienze. Grazie
Valeria 2011-09-08 13:28:59
Grazie di cuore Franco! Sempre molto interessanti e puntuali i tuoi reportage.
ATTENZIONE!
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