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Senigallia, stagione Teatrale 2011-12 al via con la Socìetas Raffaello Sanzio

Venerdì 4 il prestigioso ritorno della Compagnia di punta della scena sperimentale internazionale

Il velo nero del pastoreCon una prova aperta della nuova produzione della Socìetas Raffaello Sanzio, venerdì 4 novembre si apre la Stagione Teatrale 2011-12 di Senigallia promossa dal Comune di Senigallia (Assessorato alla Promozione dei Turismi e Manifestazioni), con la collaborazione di AMAT e Inteatro (“Circo in Festa”). Inizio alle 21.

Da diversi giorni, il Teatro La Fenice sta ospitando le ultime fasi d’allestimento de “Il velo nero del pastore” con la regia di Romeo Castellucci, che debutterà poi al Roma Europa Festival e che fa parte di una lunga indagine della compagnia di Cesena nei limiti del linguaggio e di ciò che esso può o meno rappresentare.

Compagnia di punta della scena internazionale e della sperimentazione teatrale dagli anni Ottanta a oggi, la Socìetas aveva già scelto Senigallia nel 2008 per le prove finali di allestimento di “Purgatorio”, parte della Trilogia liberamente ispirata alla Divina Commedia che debuttò poi al Festival d’Avignone. Il testo preso a riferimento in questo caso è “Il velo nero del pastore” (The Minister’s Black Veil”, 1836) di Nathaniel Hawthorne, maestro del gotico americano contemporaneo di Poe e Melville, capace di puntare la lente sulle ipocrisie dell’America puritana.

Il protagonista è un Pastore che improvvisamente decide di nascondere il proprio viso dietro a un velo nero per tutta la vita, senza dare alcuna spiegazione. Quel velo, con cui sarà anche sepolto, sconcerta la fidanzata Elizabeth che rinuncia al matrimonio e i parrocchiani che si trovano posti di fronte al mistero del volto coperto.

Il teatro che cerco e che pratico non è mai una lettura o un commento al pre-esistente – spiega il regista Castellucci, tra i ricercatori nella dimensione teatrale più accreditati a livello internazionale – Cerco la completa presenza di un corpo denso e sostanziale, cerco delle linee di forza a partire da una fredda oggettività visiva che sottrae materia dalla realtà e dal tempo. La figura del protagonista nella parabola di Hawthorne mi offre un’occasione per indagare l’antico rapporto tra la rappresentazione e la negazione dell’apparire che, dalla tragedia attica, sostiene ogni nostro rapporto con l’immagine. Il racconto di Hawthorne si spinge fino al limite dell’abisso oltre il quale non c’è più nulla da dire, da vedere: solo lo schianto dodecafonico di un buco nero, in cui la materia si curva sotto il proprio peso e nega se stessa”.

I lavori della Societas, nata nel 1981, sono orientati verso un teatro inteso come arte e come possibilità di stimolazione globale dell’essere umano, sollecitato a livello multisensoriale. È un teatro che gioca sulla messa a nudo di un uomo di fronte ad altri uomini, a loro volta da questi messi a nudo in un costante gioco di riflessi e riflessioni. Negli ultimi anni, il percorso di ricerca drammaturgica della Societas ha dato vita tra gli altri alla Trilogia dantesca, all’imponente “Tragedia Endogonidia” in 11 episodi per altrettante città europee (che è valso a Castellucci il Premio UBU 2004), a “Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio” (Romaeuropa 2010) e alla messa in scena di “Parsifal” di Richard Wagner (La Monnaie, Bruxelles 2001).

Ingresso posto unico 8 euro.
INFO: info@fenicesenigallia.it – 071.7930842 – 335.1776042.

da Alessandro Piccinini Comunicazione

Alessandro Piccinini
Pubblicato Mercoledì 2 novembre, 2011 
alle ore 17:49
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