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Giovani IdV, "la segnalazione sull’amianto non può rimanere inascoltata"

Intervento sulla rimozione con scarse precauzioni delle lastre in cemento amianto in via Sanzio

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Giovani IdV SenigalliaAmianto (o asbesto) è un nome collettivo per un gruppo di minerali che contengono silicio, ferro, magnesio e altri elementi. Le sue caratteristiche elastiche, ignifughe, impermeabilizzanti e isolanti ne hanno fatto un materiale "eccezionale" per l’industria, che lo ha usato abbondantemente nei decenni passati. Tra il 1945 e il 1992 è stata prodotta la quantità di 4 miliardi di tonnellate di amianto grezzo. Di questi 4 miliardi il 70% è stato usato per gli edifici pubblici e una piccola parte anche per la costruzione dei giocattoli per bambini.

L’uso dell’amianto in via legislativa è stata abolita nel 1992 in Italia. L’Eternit invece è un materiale che si ottiene dall’unione di Cemento e Amianto. Inventato nel 1901, l’eternit, utilizzato dapprima per la copertura delle case e successivamente per treni, navi e anche freni delle macchine, inoltre usato per le tute ignifughe degli operai che lavoravano ad alte temperature.

Le morti in termini numerici provocati dall’amianto ogni anno in Italia sono di 3.000/4.000 morti. Entro il 2030 si prevedono 500.000 morti di amianto soltanto in Europa. La legislazione italiana impone di non utilizzare amianto, ma nella legge non è specificato l’abbattimento di edifici contenenti amianto o la rimozione dell’eternit in sé.
Nella legislazione francese vige la regola che nel momento della siglatura di un contratto di compravendita di una casa o di un locale, nel contratto deve essere specificato se vi sono parti in amianto e quantificarlo in termini numerici. In Italia non è proprio così.

Lunedì mattina (17 Ottobre n.d.r.) alcuni residenti di Via Raffaello Sanzio hanno assistito dalla propria abitazione alla rimozione di lastre di eternit dal tetto di un capanno situato in area privata. Questa rimozione è avvenuta senza il minimo rispetto delle norme sulla sicurezza con gli operai addetti alla bonifica che non hanno indossato alcuna protezione e con la rimozione senza le giuste precauzioni del caso.

Aspettando e chiedendo tutti gli accertamenti sul fatto accaduto, da tenere presente è che come loro tanti sono i cittadini che segnalano presenza di tetti in amianto (vedi zona Cesanella) che finora sono rimasti tali e quali in quanto la legislazione nazionale non impone la loro dismissione. L’amministrazione non può fare tanto in tal senso, ma molto è stato fatto nella scorsa settimana con le ordinanze comunali che intimano ai privati di rimuovere manufatti pericolosi contenenti amianto.

Molti privati però ricorrono a metodi meno costosi, meno sicuri e altamente nocivi per la salute di tutti i cittadini per la rimozione a causa di un elevato costo delle ditte specializzate in rimozione di amianto che operano con tutte le precauzioni del caso e in rispetto delle norme sulla sicurezza. Incaricare semplici operai che non hanno la benché minima formazione in campo di dismissione di lastre in amianto può mettere e mette a repentaglio in primis la vita di tutti i cittadini dell’area limitrofa oltre che la salute degli operai stessi che lavorano senza alcuna protezione.

La segnalazione dei cittadini di Via Raffaello Sanzio non può assolutamente rimanere inascoltata e la paura di dispersione di fibre in amianto nell’aria è del tutto fondata, ma come suddetto l’amministrazione comunale sta facendo molto come le numerose ordinanze emesse in raccordo con i controlli dell’Arpam (soprattutto in un periodo dove le casse comunali hanno subito un taglio netto da parte del governo). Sappiamo e vogliamo fare il massimo nelle nostre possibilità.
Sarebbe soprattutto compito del governo nazionale introdurre nella legislazione italiana programmi per bonificare tutto ciò che contiene amianto ed è pericoloso per la dispersione di fibre nell’aria che risultano altamente nocive per la salute di tutti. Siamo realmente “indignati” davanti a tanta ignoranza e davanti a tale menefreghismo della salute dei cittadini. Come può l’uomo mettere a repentaglio la propria vita e la vita di chi vive nella sua stessa società e fregarsene delle conseguenze.
Le morti di amianto a Senigallia come in tutta Italia sono state tante e continuano ad essere altrettante. Compito nostro è mettere fine a questo scempio e formare di più il cittadino sul reale pericolo che si incorre a fare rimozioni come quelle sopra citate di lastre in amianto.

Proprio a Senigallia partì il progetto provinciale Eternit Free, iniziativa che intende promuovere l’opera di risanamento ambientale del territorio della Regione Marche al fine di eliminare l’amianto ancora presente favorendo la riduzione delle emissioni di CO2 e stimolando l’innovazione nelle aziende. Il nostro gruppo consiliare proseguirà la battaglia di prevenzione anche nei termini di sicurezza sul lavoro come sta facendo da tempo (Vedi Consiglio comunale del 30 marzo 2011).


di Dean Hajredini
Coordinatore Giovani Italia dei Valori – Senigallia

IdV Senigallia
Pubblicato Martedì 18 ottobre, 2011 
alle ore 18:14
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Commenti
Ci sono 5 commenti
Carlo Montanari ALA 2011-10-19 04:55:04
PAROLE
Le pAROLE CONTANO POCO, è UNA VERGOGNA CHE DAL 1992 AD OGGI NON SI SIA PROVVEDUTO ANCORA AD UN CENSIMENTO DI TUTTE LE COPERTURE IN AMIANTO.CEMENTO NEI TETTI DI TANTI LUOGHI.NELLA VITA CONTONO I FATTI...............................POI IL RESTO VERRA' DI SEGUITO.
idv senigallia staff 2011-10-19 13:22:05
siamo per il censimento
Ha ragione signor Montanari sul censimento, purtroppo non c'è nessuna intenzione ad operare in tal senso da parte del legislatore e dei Ministeri della Repubblica competenti. Gli Enti Locali non possono far molto di più di quello che fanno.
Anonimo2011-10-19 13:43:32
A parte la pesantezza dell'esposizione sul tema materico-legislativo dell'amianto ( e se non ce lo diceva il coordinatore giovanile dell'IDV, chi mai a Senigallia l'avrebbe saputo?), c'è da dire che la legislazione italiana (D.M. 06/09/2011) "non impone la dismissione delle lastre" solamente se, dopo avere valutato lo stato di conservazione dei manufatti, si evince un livello di rischio basso per il rilascio delle fibre di asbesto. Pertanto è richiesta preventivamente una valutazione di rischio ed un Piano di Controllo dei manufatti in amianto (dopo di che, se necessario, si passa al più idoneo metodo di bonifica), che manca (quasi) totalmente a Senigallia. Pertanto quelle Ordinanze del Sindaco che vengono emesse che negli ultimi tempi vengono emesse a getto continuo, senza aver richiesto preventivamente i risultati del Piano dei controlli dei MCA, hanno una carenza di fondo. Sul caso specifico in esame ci sarebbe da dire che il Piano di Rimozione , da sottoporre alla valutazione della Asur, deve essere comprensivo della descizione delle modalità di rimozione, delle tecniche impiegate e dei DPI da utilizzare.
Il Piano c'era? E se c'era perchè non è stato rispettato? Sono queste le cose che contano per la sicurezza e dei vicini e dei lavoratori.
Entrare invece sull'argomento con una presuntuosa quanto traballante tuttologia non risolve di certo il problema.
Carlo Montanari ALA 2011-10-19 14:04:37
Censimento amianto
Nel marzo del 2003 viene emanato il Decreto del Ministero dell'Ambiente n°101 E NEL MAGGIO 2003 la legge Regionale n°93:esse determinano e stabiliscono che le Regioni e le Provincie autonome debbono provvedere ad effettuare la mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale e debbano definire la procedura per la determinazione degli interventi di bonifica urgenti.Le Leggi ci sono eccome è la volontà della Regione Marche di differire il problema.Saluti e informatevi dai legislatori.
Anonimo2011-10-19 15:10:23
Si, il Presidente dell'ALA rimette, per fortuna, le cose al giusto posto. Questo continuo rimando a "altri" sempre e solo per conferire un'area di virginità ad Enti , come dire , amici o dello stesso schieramento politico tocca il ridicolo.Tanto più che l'argomento va trattato con tutta la delicatezza e l'approfondimento del caso. L'amianto, con relativa prevenzione e protezione, appartiene al Settore Sanità Pubblica delle Regioni. Settore che , a quanto è dato di sapere, gode di una discreta ( se non di una quasi-totale) autonomia nei confronti del centralismo ministeriale . O no?.
Nel 2002 è stata difatti la Regione ad avviare il Censimento dei MCA nelle strutture artigianali ed industriali. E se non decolla, dopo quasi un decennio, il Censimento dell'amianto negli edifici residenziali significa che qualche inceppamento deve pur esserci negli enti locali.
E tenuto conto che la Formazione per il Rischio Amianto è tenuta dalla Regione ( con delega all'Asur n.2), non spetterebbe alla Regione anche la Informazione sulla vigente normativa ?.
Quanti amministratori di Condominio, Capi- Condominio, o proprietari di immobili ( fra cui gli Enti Pubblici Locali) sanno che, con il D.M. del 1994, sussiste l'obbligo del controllo della presenza di amianto e del suo stato di conservazione all'interno o esterno degli immobili?. Questo a prescindere dal (necessario) Censimento. E quanti hanno predisposto il Piano di Controllo e/o di Bonifica?
L'ho già detto, parlare o scrivere "tanto per abbaiare" serve a poco. O a nulla.
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