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Matteo Fraboni: giovane “cavaliere delle Marche” e relatore ai convegni

Oltre la musica allora c'è di più… Confindustria Giovani lo ha scoperto. E Senigallia?

Matteo Fraboni

Nel mio piccolo, il 30 settembre 2010, lo avevo presentato come sicura stella nascente della musica Jazz. Lo avevo allora definito nel sottotitolo “Un compositore, un batterista, un artigiano del suono, un senigalliese giramondo…“, evidentemente però avevo tralasciato di scrivere “uno Speedy Gonzales dell’arte musicale“. Tanto successo in appena un anno, mese più, mese meno.

La “Confindustria Giovani” di Ancona lo ha selezionato, lo scorso anno, come “Giovane Cavaliere del lavoro delle Marche“, ricordandosi ancora di lui, giorni fa, per invitarlo a partecipare ad un convegno, sempre indetto da detta Organizzazione, che avverrà il prossimo 15 aprile ad Ancona, dove gli è stato chiesto di narrare le sue esperienze e i risultati ottenuti in questo suo excursus artistico.

La copertina del primo disco di Matteo Fraboni: "This is my music"Si perchè, Matteo, “armato” solo della fiducia nelle sue potenzialità intellettuali, nella bontà del contenuto della sua musica “innovativa” per il suo genere, tanto da saperla proporre e far apprezzare a mostri sacri mondiali del Jazz, è andato ad incidere il suo primo disco, in qualità di compositore delle sue musiche, direttore del quintetto e batterista, in terra straniera: a New York.

E non si è neppure accontentato delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare giocando una partita “fuori casa, ma ha avuto anche l’ardita “sfacciataggine” di andare a scomodare anche i vari “big” internazionali delle varie strumentazioni, formando con gli stessi un quintetto con il quale ha poi inciso questo suo disco “This Is My Music!“.

Io da perfetto profano di questa musica non mi sono azzardato a buttar giù quattro aggettivi superlativi per esaltare la qualità del suo suono: lo hanno fatto per me i critici del settore che hanno definito quest’opera, ancor prima di essere immessa sul mercato, un vero successo.

Matteo Fraboni Quintet: Logan Richardson al sax alto, Aruan Ortiz al piano e rhodes, Rashaan Carter al contrabbassoCome si sarà compreso, Matteo Fraboni, del resto, è il nuovo talento della musica Jazz, e conscio di queste sue reali capacità, cura ogni particolare con certosina precisione, oserei dire, quasi maniacale, avvalendosi sempre della collaborazione del meglio presente sul mercato.

Ed allora la scelta della casa che produrrà questo suo primo lavoro e ne curerà l’immissione sul mercato, sono le celebri Produzioni dell’Auditorium Parco della Musica di Roma; i componenti del quintetto, celebrità internazionali se non addirittura mondiali, rispondono ai nomi quali: Logan Richardson al sax alto, Aruan Ortiz al piano e rhodes, Rashaan Carter al contrabbasso, Matteo Fraboni alla batteria e per finire Mr. George Garzone al sax tenore, il più grande di tutti.

Mr. George Garzone (sax tenore) e Matteo Fraboni (batteria)Matteo ebbe la fortuna di conoscere Garzone ad Arcevia Jazz, dove George lo invitò a suonare, si complimentò con lui e gli lasciò i suoi contatti. Ed il nostro batterista compositore, non se li è dimenticati ed una volta giunto a NY non si è fatto neppure scrupolo di usarli. Garzone si è reso subito disponibile.

Evidentemente l’impressione provata ad Arcevia era rimasta stampata positivamente nella sua memoria. Ed il fatto che artisti di fama mondiale, quotati da giornali come il N.Y. Post abbiano accettato anch’essi di suonare con il nostro Matteo, la dice lunga sulle qualità del nostro concittadino.
Non più una promessa, ma autentica certezza. Artisti e musica per buongustai del Jazz.

Ora, però, è la volta di Senigallia a scoprirlo ed apprezzarlo!

 

www.myspace.com/matteofraboni
www.matteofraboniofficial.blogspot.com

Commenti
Solo un commento
ByeLuBye 2011-04-17 17:11:02
Il percorso di Matteo Fraboni, mi induce a riflessioni molto serie sul mondo culturale senigalliese, che è evidentemente caratterizzato da un dinamismo APPARENTE.

Tanti gruppi e tanto movimento.... ma quando si tratta di promuovere i talenti al di fuori del circuito delle conoscenze personali, Senigallia dorme.

Anzi, preferisce dormire perchè è più comodo e più utile coltivare la politica degli abbracci facili con "i soliti noti", anche in campo associativo e culturale.

A Matteo e ai ragazzi di talento che non hanno nè mamma,papà o non si muovono nei cosiddetti ambiti che contano,tanti complimenti per i riconoscimenti che vengono da ambienti ben più qualificati di chi (lo dico in qualità di assoluta sostenitrice della compagine politica che governa Senigallia da sempre)dei politici che fanno finta di occuparsi di cultura nella nostra città.

A parte un parentesi diversa vissuta con l'Assessore Velia Papa (che infatti è sembrata a molti come un'extraterrestre troppo al di fuori dei soliti giri...., cosa per me assolutamente innovativa!)gli Assessori alla Cultura che si sono avvicendati in questi anni hanno sempre guardato o "troppo all'interno del cortile dei propri rapporti personali" o "troppo al di fuori della propria portata".

Non è quindi una questione di soldi: è solo una questione di "problemi di vista": sono sempre stati o troppo miopi o troppo presbiti!

Se basta un click per leggere sulla stampa locale di un giovane talento che sta facendo conoscere - anche la sua città - attraverso la sua musica, come mai l'Assessore alla Cultura non si è accorto di niente?

Ricordo un vecchio Assessore molto divertente e di buona volontà - il Prof. Baldetti - che si era circondato di un certo numero di consulenti tutti volontari - e ai quali, per questo, deve andare tutto il nostro riconoscimento - per coprire vari ambiti dell'Assessorato (se non sbaglio, con una certa ironia, li si chiamava allora "i 7 Baldetti"!

Allora però il web non era così sviluppato e anche i nostri giornali on line non erano una fonte di informazione così forte!

Quello che un pò rattrista è però che Senigallia - città davvero bella e governata bene, capace di richiamare l'Italia e il mondo con il Cateraduno e il Summer Jamboree - resti però sempre uguale a se stessa rispetto al peso o non peso che si dà alle cose o alle persone sulla base non di una ricerca a tutto campo, ma avendo come punto di vista quello che offre il proprio consolidato campo di appartenenza. Non si tratta di un'appartenenza politica, ma l'appartenenza al gruppo di chi si riconosce vicendevolmente e perpetua nel tempo questo ruolo. E' come fra gli adolescenti: ci si identifica in un gruppo e chi -per provenienza familiare o per scelta - non vi appartiene,è fuori.

A Senigallia, città all'avanguardia per tantissime cose, manca quello che definirei "mobilità culturale", e cioè la possibilità per chi ha talento di essere riconosciuto nella sua città.

L'estate è alle porte e io sarò, come sempre, felice di assistere a qualunque evento della mia città ed orgogliosa di essere senigalliese.

In mezzo a questa rassicurante condizione non potrò però impedire alla mia mente di pensare che Senigallia è, per molti giovani fuori dal gruppo, una città che preferisce restare troppo uguale a se stessa.

E allora, cari ragazzi, volate lontano, affinchè chi è troppo presbite possa, un giorno, avere l'onore di ricoscervi mentre starete esprimendo il vostro talento in un mondo degno delle vostre capacità.

In bocca al lupo!

ByeLuBye
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