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La Fenice, un teatro dimenticato

Solo due mesi di tempo per decidere cosa diventera'


Che fine farà il teatro la Fenice? E’ la domanda che molti senigalliesi si pongono a poco meno di due mesi dalla scadenza della gestione Giometti. Ma per avere una risposta ci vorrà ancora un po’ di tempo, sembra ormai un ritornello ma il dibattito sull’area Sacelit ha fagocitato tutte le "energie" della politica cittadina da settembre sino ad oggi. A dimostrarlo il fatto che da oltre un mese e mezzo non si riunisce il consiglio comunale. Il primo gennaio del 2005 il teatro cittadino sarà senza gestione e in questi due mesi, ma probabilmente anche a scadenza avvenuta, l’assessorato alla Cultura e tutte le componenti della politica coinvolta lavoreranno per verificare ogni ipotesi, in pratica vedere cosa offre il mercato. Di certo vi sarebbe che la connotazione teatrale debba: prendere il sopravvento sul "cinema", che non può essere eliminato del tutto. Non va dimenticato inoltre che la Fenice, che stia aperta o chiusa, ha un costo che si avvicina ai 100 mila euro annui.Il comprensorio senigalliese, un bacino di quasi 80 mila persone e 5 teatri per quasi 1700 posti, potrebbe dire la sua nel settore. Il più capiente è la Fenice di Senigallia con oltre 870 posti che ha un palco ben attrezzato ma che a causa della grande distanza tra il prosceno e la prima fila non viene ben visto dagli artisti per presentare monologhi.
Risale al 1893 il teatro Alfieri di Montemarciano con i suoi 230 posti suddivisi in due ordini di palchi e una platea. La struttura, dopo il restauro, ha riaperto negli anni ’80 e non ha più chiuso. Il teatro di Montemarciano ha sempre lavorato sia con spettacoli organizzati dalle associazioni locali che da piccole compagnie in tournee. Tra le più giovani riaperture di teatri c’è sicuramente quella del Misa di Arcevia il cui sipario è stato alzato nel 2001. Il teatro arceviese, rimasto chiuso per quasi 30 anni, risale al 1600 mentre un primo restauro è del 1780. Un teatro accogliente per il pubblico ma un po’ meno per chi lavora dietro le quinte, l’apertura per spostare le scene è situata al secondo piano. E’ del 1863 il teatro la Vittoria di Ostra il cui progetto porta la firma di Pietro Ghinelli, nome conosciuto perle Muse di Ancona. Il teatro ostrense ha due ordini di palco più le logge e può ospitare 184 persone dopo il restauro del 1997. Attualmente il suo uso principale è per eventi musicali. Non mancherebbe molto all’apertura del Goldoni di Corinaldo, il restauro è in corso e potrebbe terminare nella prima metà del 2005.
di Marcello Pagliari
dal Corriere Adriatico

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Martedì 2 novembre, 2004 
alle ore 9:52
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