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Islam: La Dimmhitudine (3)

dal Prof. Gianfederico Tinti


Riferimenti precedenti:
Disinnescare lo scontro di civiltà
Islam: Il Patto della Pre-Eternità (2)

Dalla concezione teologica del patto della pre-eternità consegue la nota tesi asserente la nascita d’ogni uomo sotto il segno dell’Islam.
Potrebbe essere una convinzione teorica, un postulato della loro religione senza particolari conseguenze civili, ma non è così. Contrariamente al versetto coranico "Non può esservi costrizione nella fede" – peraltro largamente disatteso nella prassi delle infinite guerre di religione scatenate nel corso dei secoli dai musulmani – c’è una conseguenza sul piano sociale d’estrema gravità, di cui hanno coscienza quanti vivono nei paesi a maggioranza islamica: la società si divide in quattro grandi categorie religiose, con pesanti riflessi sociali.
Leggendo il testo sacro, appare evidente la seguente suddivisione degli uomini tra:
a) I musliman = i musulmani, veri credenti, che godono la pienezza dei diritti civili e possono accedere alle cariche pubbliche politiche, civili, militari; essi appartengono alla Umma, alla Comunità dei credenti, da cui ricevono ogni valore e diritto. L’uomo non è considerato tanto in se stesso, nella sua natura umana – nel cristianesimo e nell’ebraismo come "immagine di Dio" – ma come parte di una comunità e di una fratellanza di fede.
b) I Dhimmi = i protetti, ossia i seguaci delle quattro religioni monoteiste: cristiani, ebrei, zoroastriani, mandei. Sono appartenenti di serie B, devono pagare il tributo – un tempo, una decima sui propri beni e attività -, sono tollerati, ma non possono fare proseliti, se non fra loro o tra i miscredenti. Sono loro vietate le diverse carriere politiche, militari, giuridiche, oppure hanno un limitato accesso alle stesse, con scarsa possibilità d’incidere sulla vita della società.
c) I Kafir = i miscredenti, sono coloro che credono in altre fedi, politeisti, oppure non ne hanno nessuna, ossia gli atei.
d) I Murtadd = gli apostati, gli eretici islamici, coloro che si sono convertiti ad altra fede o sono diventati atei.
Kafir e Murtadd hanno solo una scelta, o "l’Islam o la spada", o conversione o morte.
Ovviamente, questa suddivisione si è tradotta sul piano sociale diversamente, secondo l’epoca storica e il contesto civile delle varie nazioni, ma resta lo sfondo culturale di tanti musulmani praticanti.
L’altra conseguenza della dottrina del Patto originale consiste nel divieto coranico di sposare un marito non musulmano. Questa regola, osservata ancor oggi nelle nazioni islamiche, ha prodotto, insieme alle diverse forme di persecuzione attuate, la progressiva estinzione "biologica" dei cristiani nei territori conquistati dall’Islam.
Infatti, è l’uomo il capofamiglia patriarcale, cui compete di diritto la trasmissione della fede originaria, pertanto con questo meccanismo – ossia vietando alle donne musulmane di sposare un cristiano, un ebreo ecc… – si consegna automaticamente la discendenza al proprio credo, impedendo di fatto la trasmissione per via familiare di altre religioni.
Le due concezioni, esposte sopra in modo sintetico, illuminano il retroterra culturale di molti immigrati, che sentono la propria dignità di credenti misconosciuta dalle leggi europee e temono che la possibilità di matrimoni misti implichi un indebolimento della loro identità religiosa.
Il disagio degli immigrati ha anche questa componente culturale, che genera ostilità verso il mondo che li accoglie, indipendentemente dalla condizione sociale in cui sono riusciti ad inserirsi e vivono.
Per quanto riguarda il matrimonio, è nota la crisi vissuta da tante brave ragazze che temono di offendere il comandamento di Dio sposando un cattolico e scelgono perfino di convivere piuttosto che sposarsi con l’uomo amato, nell’attesa di una possibile, futura conversione…
A proposito di conversioni all’Islam, tanto sbandierata, si tenga presente che il divieto coranico può essere facilmente eluso mediante una dichiarazione ambigua e formale – sostanzialmente falsa nell’intenzione dello sposo, come ben sanno gli imam -. E’ sufficiente firmare, di fronte a due testimoni, la formula: "Esiste un solo Dio e Maometto è il suo profeta", per essere considerati musulmani e apostati dalla fede cristiana ( ed esserlo sul serio purtroppo, anche se alcuni sottovalutano il gesto !).
E’ il prezzo da pagare, il gesto da compiere e che di fatto compiono molti uomini, anche in Italia, per sposare la donna musulmana di cui si sono invaghiti. (Segue)

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Martedì 21 marzo, 2006 
alle ore 10:01
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