Il Senigallia si sveglia tardi, e non può impedire al Lumezzane di vincere sul proprio parquet, con il punteggio di 88-80. Lumezzane cerca di mettere subito in difficoltà gli ospiti con Tanfoglio, che pronti via insacca da due, vince un rimbalzo in difesa e scarica per Pigato che però sbaglia da tre, nel frattempo l’orologio non segnaneppure il terzo minuto; Senigallia risponde presente andando spesso sotto il canestro avversario, inpenetrazione con Cinciarini o dalla lunetta con Pazzi al nono. Il primo periodo finisce così sul 23- 21. Il secondo parziale inizia con Burini, per il Lumezzane, che recupera palla, ma Simeoli non sfrutta il successivo assist grazie alla stoppata di Santilli al terzo minuto del secondo periodo. Tanfoglio colpisce da tre, seguito poco dopo da Martina; Senigallia non risponde all’attacco, chiudendo con dieci punti da recuperare. Il terzo quarto si apre con due tiri liberi centrati Bartocelli, segno di come il risultato sia ancora tutto da decidere; in questa decisione vogliono avere un peso rilevante, tra gli ospiti, anche Corsini, che nei primi minuti del terzo periodo centra da due. Il Lumezzane risponde a modo con Pingato da due al settimo e con Ochoa, sempre da due, all’ottavo, permettendo alla propria squadra di chiudere con un parziale di 21-20 e quindi, di rosicchiare un altro punticino utile per la vittoria finale. Il quarto ed ultimo periodo di giuoco, si apre con una bella stoppata di Simeoli ai danni di Corsini e la solita guerra sotto canestro per conquistare i rimbalzi, tra Martina e Pazzi; proprio quest’ ultimo, al sesto minuto del quarto, segna il suo nono tiro libero, diminuendo così le distanze. Il Lumezzane sembra allentare la presa consapevole di avere una buona ipoteca sulla vittoria grazie agli undici punti di vantaggio accumulati e agli appena tre minuti che restano da giocare. In questo arco di tempo Corsini segnala tripla che porta Senigallia a meno otto, ma la sirena pone fine al match che regala una bella ma sofferta vittoria, agli uomini di mister Dalmasson.

di Stefano Russo
dal Corriere Adriatico